Il crowdfunding è sicuramente uno strumento molto efficace a disposizione delle aziende per ottenere il denaro necessario a finanziare un progetto. Tuttavia questa soluzione presenta ulteriori punti di forza che ancora pochissime realtà riescono a vedere.
Lo sottolinea un articolo scritto da due docenti dell’Università di Harvard, una delle più blasonate a livello mondiale: nella rivista Harvard Business Review, curata dal prestigioso ateneo statunitense, si sottolinea come il crowdfunding sia in grado di rivelarsi un’opportunità vincente al di là del mero finanziamento del progetto aziendale.
Indice dell'articolo
Il crowdfunding come strumento per ottenere feedback
Nell’articolo scritto dai professori Philipp Cornelius e Bilal Gokpinar non si usano mezzi termini nell’evidenziare questo concetto, affermando che il crowdfunding possa “offrire più del denaro”.
L’analisi grazie alla quale si è giunti a questa conclusione parte da una considerazione: come si può notare visionando le varie piattaforme dedicate al crowdfunding, tra le aziende che scelgono di adottare questa soluzione di finanziamento vi sono anche dei grossi brand come P&G, Coca Cola e Lego.
Si sta parlando di multinazionali estremamente solide, società che non hanno di certo alcun bisogno di chiedere piccoli contributi economici ai sostenitori per poter lanciare dei nuovi prodotti o per concretizzare nuove idee. Quindi perché adottano questa politica? La risposta a questa domanda rappresenta la “chiave” dell’analisi compiuta dai docenti. Se questi autentici colossi ricorrono al crowdfunding non è per ragioni economiche, bensì perché grazie a questo strumento riescono ad ottenere dei feedback estremamente utili.
L’importanza dell’opinione di chi finanzia il progetto
Come noto, oggi le aziende sono estremamente propense a conoscere le opinioni del pubblico circa il proprio brand, e lo fanno con diversi strumenti, come recensioni e analisi di mercato. Questi canali possono rivelarsi più o meno efficaci per la finalità dell’azienda, ma non c’è dubbio alcuno sul fatto che il miglior feedback sia quello del consumatore attivamente coinvolto nel progetto.
Chi non è un semplice cliente, bensì anche un finanziatore dell’idea che l’azienda ha scelto di portare avanti, tende comprensibilmente a fornire dei feedback più approfonditi e dettagliati, anche maggiormente critici, e proprio per questo molto preziosi per l’azienda che ha scelto di ricorrere al crowdfunding.
I docenti Cornelius e Gokpinar hanno svolto a riguardo uno studio specifico sulle campagne di crowdfunding, prendendo in considerazione una delle piattaforme più note a livello mondiale, ovvero Kickstarter.com: da questa ricerca sono emersi alcuni aspetti molto interessanti, descritti nei paragrafi a seguire.
La valutazione del prodotto dal punto di vista del consumatore
È importante evidenziare come spesso chi finanzia una campagna di crowdfunding non è un esperto del settore, dunque non è in grado di esprimere un parere tecnico sul prodotto con particolare competenza ed autorevolezza, ma questo non significa che il suo feedback sia meno importante. Al contrario non è affatto raro che grandi aziende, quelle che hanno la possibilità di dedicare importanti risorse umane e strumentali allo sviluppo dei propri prodotti, commettano l’errore di allontanarsi troppo dalla “user experience”, ovvero da come il prodotto viene percepito dal semplice utente.
Il case history dell’azienda Nura
A riguardo, in Harvard Business Review viene presentato un esempio emblematico, ovvero quello dell’azienda australiana Nura, specializzata nella produzione di tecnologie audio. Nura aveva presentato delle innovative cuffie dotate di connessione USB per ottimizzare la percezione del suono, ma gli ingegneri dell’azienda, professionisti di indiscussa affidabilità ed esperienza, non avevano osservato a sufficienza il nuovo prodotto con gli occhi del consumatore.
I tanti feedback che Nura ha ricevuto sulla piattaforma di crowdfunding, infatti, hanno fatto emergere in modo chiaro come molti utenti fossero ancora legati ai modelli funzionanti con Bluetooth e con tradizionale cavo da 3,5 mm, e questo ha portato l’azienda a rivedere i propri piani. Nell’occasione, l’importanza dell’opinione dei consumatori è stata tale che Nura ha ritenuto opportuno esprimere tutta la propria gratitudine ai finanziatori che hanno voluto fornire un feedback.
L’utilità del feedback di chi ha competenza in settori differenti
Le opinioni e le critiche espresse da chi sceglie di aderire ad una campagna di crowdfunding sanno essere utilissime non solo perché, come visto, consentono all’azienda di valutare il prodotto dal punto di vista del fruitore finale, ma anche perché possono provenire da persone che hanno delle specializzazioni in ambiti completamente diversi da quello in cui opera l’impresa in questione. Sarebbe un errore, infatti, credere che il parere di chi ha esperienza e competenza in altri ambiti sia poco funzionale alla causa, al contrario rappresenta un valore aggiunto fondamentale.
Harvard Business Review fa un esempio assolutamente calzante: se un’azienda che propone videogiochi presenta una nuova proposta ad un finanziatore esperto di teatro, con ogni probabilità quest’ultimo valuterà il prodotto in base alla “storia” che sa raccontare, piuttosto che su aspetti tecnici come potrebbero essere la grafica o la fluidità di gioco. Questo feedback, tuttavia, non è di certo privo di rilevanza, anzi è utilissimo proprio perché valuta il prodotto finale in un’ottica del tutto diversa da quella dei suoi sviluppatori.
Secondo gli studi compiuti dagli autori dell’articolo, i feedback rilasciati da utenti che in passato avevano finanziato prodotti di tutt’altra categoria sanno rivelarsi del 60% più preziosi rispetto a quelli forniti da utenti che si sono occupati soltanto della categoria in questione.
Una strategia vincente da applicare con attenzione
Non ci sono dubbi: il crowdfunding può essere una strategia molto preziosa per le aziende per ottenere suggerimenti di marketing e idee di ottimizzazione del prodotto che sarebbe davvero difficile riuscire a reperire in modi alternativi, perlomeno con la medesima obiettività. Come tutte le strategie, ovviamente, anche il crowdfunding deve essere curato a dovere dalle aziende, in caso contrario infatti potrebbe divenire un’arma a doppio taglio.
Sarebbe un grosso errore, infatti, avviare una campagna di crowdfunding e non coinvolgere a sufficienza i finanziatori: Harvard Business Review riporta anche un esempio in tal senso, ovvero quello dell’azienda GE, che ricorse al crowdfunding per lanciare una nuova macchina per la produzione di ghiaccio.
Nell’occasione i finanziatori lamentarono appunto uno scarso coinvolgimento da parte dell’azienda, e questo ovviamente rende la strategia molto limitativa per quel che riguarda la possibilità di conoscere il reale livello di gradimento da parte dei consumatori, senza dimenticare i risvolti negativi in termini di immagine, che non sono di certo secondari.